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Tranquilli, non è uno scioglilingua. E’solo un dubbio sul nome di questi biscotti, per i quali solo io posso farmi di questi problemi.
Il resto del mondo li mangia a piene mani, con mugolii di piacere e occhi ricolmi di gioia.
Io, intanto, spulcio il web alla ricerca della loro denominazione originale.
Merito di avermi fatto scoprire questa bontà è di Caris. E’ una ricetta inusualmente semplice per lei, che è solita produrre meraviglie degne delle migliori pasticcerie di Francia.
Pochi giorni dopo aver notato questi biscotti sul suo blog, ho avuto la fortuna di assaggiarli dal vivo al raduno dell’MTChallenge: strepitosi, da rifare assolutamente.
Subito prima di Natale mi sono rimboccata le maniche e ho fatto una decina di infornate: i regali per amici e parenti erano assicurati.
Al di là del sapore, oltraggiosamente cioccolatoso, ciò che rende irresistibili questi biscotti è la consistenza: una sottile crosticina esterna racchiude un ripieno morbido e quasi fondente.
Per ottenere questo risultato è fondamentale non cuocerli troppo. Fate qualche prova con il vostro forno, anche in considerazione della dimensione dei biscotti. Io, per esempio, ho avuto bisogno di un paio di minuti in meno rispetto a quelli indicati da Caris.
Ma torniamo alla questione del nome.
Caris, come molti altri blog che ho visitato, parla di crinkle cookies, ossia biscotti accartocciati. Cercando in rete, però, ho trovato che sono più noti come crackle cookies (da crackle: scoppiettare, crepitare), forse in virtù della crosticina croccante, e così li chiama anche colei che li ha portati alla notorietà, Martha Stewart.
In realtà a me non soddisfa nessuno dei due nomi: io li avrei chiamati cracked cookies, cioè biscotti incrinati, perché proprio questo è l’effetto della superficie dopo la cottura.
Ma poiché non sta a me ribattezzarli, mi limito a lasciarvi la ricetta con un solo consiglio: la moderazione nel consumo!
CHOCOLATE CRINKLE COOKIES
Dosi: circa 60 biscotti Tempo di preparazione: 30 minuti + 1 notte di riposo Tempo di cottura: 12 minuti
Ingredienti
- 230 g cioccolato fondente al 50%
- 160 g di farina 00
- 50 g di cacao amaro in polvere
- 125 g di burro a temperatura ambiente
- 250 g di zucchero di canna chiaro (Demerara)
- 2 uova
- 70 ml di latte intero
- 10 g di lievito in polvere
- 5 g di sale
- circa 60 g di zucchero semolato
- circa 100 g di zucchero a velo
Procedimento
Fondete il cioccolato a bagnomaria e fate raffreddare.
In una ciotola mescolate la farina setacciata con il cacao, il lievito e il sale e mettete da parte.
Con le fruste elettriche, montate il burro ammorbidito con lo zucchero di canna per qualche minuto, poi unite le uova una alla volta, sempre montando. Unite il cioccolato fuso mescolando bene, poi aggiungete gli ingredienti secchi alternandoli al latte e mescolando con una spatola.
Dividete l’impasto in 4 rotolini, che avvolgerete nella pellicola e riporrete in frigo per almeno 2 ore (meglio se per tutta la notte). Se l’impasto fosse troppo morbido, tenetelo in frigo un’oretta e procedete poi alla formatura dei salsicciotti.
Trascorso questo tempo, preparate due piatti dove verserete lo zucchero semolato e lo zucchero a velo.
Prendete un rotolino per volta dal frigo e formatene tante palline, all’incirca della dimensione di un Lindor o poco più piccole (be’, ognuno ha le proprie unità di misura di riferimento): considerate che da ogni rotolino dovranno venirne 15-16 circa. Passate ogni pallina nello zucchero semolato e poi nello zucchero a velo, ricoprendole bene.
Sistematele su una teglia coperta di carta forno distanziandole tra loro di almeno 2 cm (in cottura si allargheranno) e cuocete a 180° per 11-12 minuti.
Note:
- si conservano perfettamente fragranti anche per una settimana, riposti in una scatola di latta.
- potete lasciare l’impasto in frigo anche alcuni giorni, prima di cuocerlo; l’unico inconveniente è che più passa il tempo più i biscotti si induriranno leggermente…ma solo un po’!
- vorrei tanto essere anche l’artefice delle etichette…ma purtroppo non è così! Ringrazio infinitamente le autrici che le hanno rese disponibili a tutti…potete trovarle qui.
Devono essere buonissimi, grazie per la ricetta dovró provarli a fare anche io 😊
Grazie a te per essere passata Francesca! Fammi sapere se decidi di provarli! 😀
Eeeeeccoliiiiii!!!! Al più presto da rifare, tanto gli ingredienti sono di quelli che in casa non mancano mai mai mai! Quanto al nome sono tignosamente d’accordo con te😃!
Grazie amichina mia! 😊😊😊
Condivido la tua acribia onomastica, e anche la conclusione! In ogni caso bellissimi (oh ma questi un ce l’hai fatti provare😬)
Come no!! Se sei in ferie quando gli altri lavorano… 😆😆😆
Grazie per il supporto…sapevo che qualcuno avrebbe capito!
Mannaggia vedi, ci sono sempre e poi manco nei momenti fondamentali!
Giusto! Il nome ricorda le tecniche per anticare le superfici, spennellandole con quelle vernicette indurenti 😉 per me sono e restano i cracked cookies. E questi li giro subito subito alla figlia che ama fare i biscotti!
Davvero? Ma il termine crinkle? Fammi sapere se decidete di farli!
Scusa la mia dabbenaggine, ma quando parli di ingredienti secchi a cosa ti riferisci, a me sembrava che li avessi già utilizzati tutti, a parte lo zucchero per “impanare” le palline. Cosa mi sono persa?
No, in realtà erano stati mescolati insieme e messi da parte. Poi monti burro zucchero e uova e poi li aggiungi a questo impasto. Adesso ho corretto, spero che sia più chiaro…a volte sembra tutto chiarissimo…per chi già lo sa! 😀
Grazie per l’osservazione!
Grazie a te!
a parte che sono venuti benissimo..ma quelle etichette!!!! io me le sogno di notte, con un effetto quasi lavagna! ma sono bellissime!!
Grazie Caris!! Non sono merito mio però eh…le ho trovate su internet! 🙂
Io li chiamo i “biscotti craclè”, mi ricordano i tempi del mio decoupage. Ti ringrazio anche per il link delle etichette, mi saranno utilissime visto che ho intenzione, nel 2016, di mandare tanti pacchetti “personalizzati”. Ciao ❤
Ecco, anche tu mi nomini il decoupage…si vede che è un settore di cui sono proprio digiuna! 😁
In rete si trovano tantissime etichette, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Un abbraccio e buona giornata 🙂
Lo so Alice ma io, lo sai, non me la so cavare nel web, devo sempre essere “indirizzata” 😦 Ho paura di cliccare lin a dx e a manca. Ti meriti proprio un bel tiramisù, ma non è ancora il momento, per il the delle cinque, ti aspetto 😉
No, anche quello è vero! Anche io ho sempre paura di combinare qualche guaio…non mi avventuro più di tanto 😄
Aspetto l’ora del tè, allora 😉
❤
Non avevo idea dei nomi che potesse avere oltre che crinkle. Li ho sempre conosciuti come crinkle cookies 🙂 E sai che li ho provati al limone, li ho provati come red velvet, ma al cioccolato mai? Mi sa che è il caso di provarci, però poi dovrò subito regalarli altrimenti addio buoni propositi post vacanze 😀
Baciotti 🙂
Come…esistono tutte queste versioni?!?! È la fine… 😁
In catalano, “crinkle”, si dice craquelat, è una tecnica che mi è piaciuta sempre, l’ho imparata quando ho fatto la scuola di ceramica, hai presente quella specie di crepe scure su basi di smalto bianche…? Ecco allora puoi immaginare che i tuoi kookies mi sembrano deliziosi e bellissimi!!
Sì, ho capito di cosa parli…non lo sapevo! Ma ho ben presente l’effetto finale…e questi biscotti lo ricordano molto!
Un bacio mitica Mai! 😀
ho svagliato… non crinkle ma Crackle!!!!
Ecco questi devono essere “biscotti ciliegia”: uno via l’altro. E come mi piacciono le foto e le etichette 😀
Ecco…sono esattamente così 😄
Grazie Mile! Un bacio!
Alice mia me li stavo perdendo!! Io sarei stata tra quelle che se li sarebbe mangiati senza approfondirne l’origine semantica del nome…lo ammetto! 😉 sei ganza da matti!!
un bacio
Pippi
Ahahah Laura…tu sei un’intenditrice! E io una bischera! 😄
Grazie un bacio!
Bellissimi e chissà che buoni!!!
Sìì! Grazie ☺
Ciao,hai proprio ragione già solo l’aspetto fa urlare di piacere,mi immagino assaporandoli……a presto katia
Buonissimi, garantito! 😁