Crema fresca al basilico con mais e semi di zucca

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A me la voglia di accendere il forno non passa mai. Anche con 40 gradi all’ombra sogno di sfornare plumcake e crostate e spesso, impavida, sfido la calura e metto in atto i miei propositi. Attirandomi sguardi attoniti da parte di amici e parenti e maledicendomi da sola quando sono sul punto di liquefarmi, avvolta in bollenti effluvi di burro e col naso attaccato al forno.

Ogni tanto, però, prevale l’istinto di conservazione e capita che mi dedichi anche io a ricette veloci senza cottura. Ed effettivamente, la salute ne guadagna.

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Con questa ricetta, avrete in pochi minuti un primo piatto fresco e leggero grazie al basilico e all’insalata, con un po’ di sostanza data dal mais e il gusto e la croccantezza dei semi di zucca. Senza dimenticare che è un concentrato di salute! Le mandorle e i semi oleosi, infatti, forniscono l’apporto di acidi grassi e la verdura fresca è un carico di vitamine e sali minerali indispensabile in questi periodi di calura. Con buona pace di torte e crostatine. (Che tanto sono già in agguato, lo sapete, no?).

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Io ho deciso di sbollentare appena l’insalata (giusto per innalzare di quel paio di gradi la temperatura della cucina, che sennò mi faceva freddo), ma è un passaggio che si può tranquillamente omettere, per una ricetta totalmente senza fuoco.
Non sembra, ma è anche una ricetta vegana, il che – ogni tanto – non guasta. Al posto del latte di soia, ovviamente, potete usare latte vaccino oppure latte di avena, di mandorle, di riso…tutto quello che volete, in base alla virata che volete dare al sapore della vostra zuppa.

Per quanto riguarda il mais, io ho usato quello fresco, da una pannocchia avanzata dalla grigliata della sera precedente (per la preparazione, vedi le note in fondo al post). Nulla vieta di usare quello in scatola, ma risulta ancora più dolce e se decidete di usare un latte che ha molti zuccheri rischiate di ritrovarvi un piatto che assomiglia più ad un dessert che a una zuppa! Anche per questo io ho scelto il latte di soia.

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CREMA FRESCA AL BASILICO CON MAIS E SEMI DI ZUCCA

Dose: 2 porzioni      Tempo di preparazione: 10 minuti       Tempo di cottura: 2 minuti

Ingredienti

  • 300 g di insalata gentile
  • 30 g di foglie di basilico
  • 3 cucchiai di mandorle
  • circa 100 ml di latte (per me, di soia)
  • 100 g di mais cotto
  • 2 cucchiai di semi di zucca
  • sale
  • olio extravergine d’oliva

Procedimento

Lavate l’insalata e sbianchitela in acqua bollente per 2 minuti. Scolate e passate sotto l’acqua fredda (meglio se mista a ghiaccio) per raffreddarla.
Tritate le mandorle fino ad ottenere una polvere.
Frullate al minipimer l’insalata con il basilico spezzettato grossolanamente, la farina di mandorle e il latte di soia. Iniziate con poco latte e aggiungetene ancora in seguito, in base alla consistenza che volete dare alla vostra zuppa.
Aggiustate di sale e tenete in frigo fino all’utilizzo.
Al momento di servire versate la crema nei piatti e distribuite su ognuno il mais e i semi di zucca, completando con un giro d’olio.

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Note:

  • per il mais ho usato delle pannocchie fresche. Ho rimosso le barbe, le ho sbucciate e le ho lessate in abbondante acqua per circa 15 minuti. Poi le ho spennellate generosamente di burro fuso aromatizzato con sale, pepe, paprika e erba cipollina, lo ho avvolte in alluminio e cotte sulla padella di ghisa per 15-minuti, a fiamma medio alta e girandole un paio di volte in modo da farle rosolare bene su tutti i lati. Peccato non aver fatto delle foto delle pannocchie cotte…era troppa la voglia di mangiarle! E ormai, dovrò aspettare il prossimo anno…

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Vermicelli al pomodoro con fiori di zucca e quenelle di ricotta all’erba cipollina

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Sfida del mese per l’MTC: pasta con la pummarola. Dove per pummarola si intende un sugo veloce di pomodori freschi, senza soffritto. Ecco. Al di là del fatto che la pasta non la mangio quasi mai, se proprio devo farla col pomodoro, a me piace la passata, e con tanta cipolla; la pasta col pomodoro fresco non mi ha mai invogliato.
Certo che anche tu, direte voi. E la brisèe no perché c’è troppo burro, e il pan di Spagna no perché è troppo asciutto, e la pummarola no perché meglio la passata. Ecchecavolo, non ti va bene niente!
Però, guardiamo il lato positivo: significa che l’MTC mi fa superare pregiudizi, pigrizie e abitudini inveterate…e quindi mi fa un gran bene!

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Per questa sfida, ammetto di non aver fatto un grande sforzo creativo. Vabbè, non che le altre volte abbia proprio osato. Pensando al pomodoro, però – indiscusso protagonista del piatto – non me la sono sentita di disturbarlo con ingredienti troppo invadenti, né tanto meno di affossarlo con un numero eccessivo di componenti. Volevo una ricetta semplice e pulita, che ne esaltasse il sapore.
Considerate poi io sono una principiante in cucina, e di carattere cauto per natura: ad avventurarmi fuori dal mio perimetro temo di fare pasticci, errori grossolani, accozzaglie poco gradevoli. Perciò mi attengo a ciò che conosco: sapori misurati, piatti semplici, ingredienti che si conta sulle ditano di una mano…solo così mi sento a mio agio.

Ma si gioca anche per imparare, e come al solito vi rimando alla pagina dell’MTChallenge per tutti gli approfondimenti del caso legati alla pasta. Se pensate di sapere tutto, andate a leggere, e scoprirete che non sapete nemmeno come si cuoce un piatto di spaghetti. Giuro!
Anche ciò che sembra più scontato non lo è, tante sono le variabili da considerare e le informazioni utili da sapere. E, soprattutto, scoprirete che un semplice piatto di pasta al pomodoro può essere declinato in infinite versioni, perché in cucina non ci sia annoia mai.

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Quando le ricette sono così basic, la qualità degli ingredienti diventa più essenziale che mai.
In primo luogo, pasta di grano duro trafilata al bronzo e a lenta essiccazione. Ho scelto dei pomodori Piccadilly, che al momento sono i migliori che si trovano sul mercato, anche se l’ideale sarebbero i San Marzano. Poi, due ingredienti di stagione: ricotta fresca e fiori di zucca appena colti, una meraviglia dell’orto che trovo sempre affascinante per le splendide sfumature di colore e per la delicatezza della loro struttura. Infine, l’erba cipollina del mio orto da davanzale, per dare un po’ di carattere. Stop.

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Alla fine, mi sono ricreduta. Anche questo sta diventando un leit motiv delle sfide dell’MTC, ma che colpa ne ho io se parto da ricette di base che non mi sembrano nelle mie corde e poi invece scopro che mi portano a piatti buonissimi? La colpa, semmai, è di chi me li fa scoprire, portandomi oltre  i miei paletti mentali. E in questo caso il merito è di Paola, del blog Fairy’s Kitchen (che bel nome!) che mi ha avvicinato a questa pasta veloce e saporitissima. Magie del pomodoro….e di chi conosce le basi della cucina.
E ancora una volta, viva l’MTC, che ti porta ad esplorare lidi verso i quali non avresti mai pensato di dirigerti.

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VERMICELLI AL POMODORO CON FIORI DI ZUCCA E QUENELLE DI RICOTTA ALL’ERBA CIPOLLINA

Dose: 2 persone       Tempo di preparazione: 15 minuti       Tempo di cottura: 20 minuti + 10 minuti

Ingredienti

  • 160 gr di Vermicelli di Gragnano IGP (per me FiorFiore Coop)
  • 400 gr di pomodori Piccadilly
  • circa 15 fiori di zucca
  • 100 gr di ricotta vaccina
  • 5 fili di erba cipollina
  • 1 spicchio d’aglio
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe

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Procedimento

Mescolate la ricotta con l’erba cipollina tagliata finemente (lasciatene da parte un paio di fili) e condite con poco sale.
In una padella antiaderente, abbastanza ampia per poi potervi saltare la pasta, scaldate un cucchiaio di olio evo con uno spicchio d’aglio. Appena inizia ad imbiondire togliete l’aglio e aggiungete i pomodori tagliati in 4 parti. Cuocete a fiamma vivace per 5 minuti con il coperchio in modo da farli ammorbidire, poi schiacciateli con i rebbi di una forchetta, salate e proseguite la cottura per 15-20 minuti circa.
Mettete a bollire abbondante acqua per la pasta in una pentola alta. Quando l’acqua bolle salatela, poi buttate la pasta e abbiate cura che l’acqua continui a bollire per garantire una cottura ottimale.
Lavate delicatamente i fiori di zucca, rimuovete il peduncolo, apriteli longitudinalmente e rimuovete il pistillo. Tagliate a striscioline e gettate per 1 minuto in un pentolino dove avrete fatte scaldare un cucchiaio di olio evo.
Scolate la pasta un paio di minuti prima del tempo indicato sulla confezione e fatela saltare per un minuto nella padella con il pomodoro, aggiungendo all’occorrenza un paio di cucchiai di acqua di cottura.
Spegnete il fuoco, unite i fiori di zucca e servite nei piatti, aggiungendo alla fine una quenelle di ricotta e completando con una macinata di pepe nero e qualche filo di erba cipollina.

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Note:

– I pomodori devono perdere l’acqua e formare un sugo cremoso, ma il punto giusto è soggettivo. Io mi sono fermata un po’ prima dei 30 minuti indicati da Paola perché non li volevo completamente disfatti.

– Ho scelto la ricotta vaccina per non interferire troppo con il sapore del pomodoro, ma mi è rimasta la voglia di provare questa pasta anche con della ricotta di pecora, dal sapore più forte ma a me molto gradito.

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Con questa ricetta partecipo all’MTC n. 48

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MARE CALMO – Insalatina di seppie e piselli con purè al nero di seppia

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Questa ricetta nasce per un contest speciale, quindi preparatevi che oggi la faccio lunga. Non dite che non vi avevo avvertito!

Il contest è stato indetto dalla rivista on line “Taste and more” (splendida per foto e spunti creativi) ed ha per protagonista l’impiattamento, ossia il modo di disporre i vari componenti della pietanza sul piatto. La presentazione, insomma.
L’ho trovato molto stimolante perché, anche se solitamente si tende a preparare dei piatti belli da vedere, in questo caso veniva richiesta una cura particolare. Un’idea progettuale da realizzare attraverso il cibo, un’attenzione estrema a colori, forme, consistenze, pieni e vuoti dell’insieme.
Per questo le foto non hanno nessun altro elemento tranne che il semplice piatto: è lui il protagonista.

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Mi sono resa conto che creare un piatto visivamente equilibrato e accattivante è molto più arduo di quanto si pensi. Gli elementi da ponderare sono molti ed è difficile padroneggiarli tutti, soprattutto se, come me, ci si cimenta per la prima volta. E tuttavia sono contenta di aver provato perché è un contest che mi ha stimolato moltissimo.

Per la mia proposta ho scelto un piatto di pesce, che associo spontaneamente alla stagione primaverile/estiva. Pesci semplici da mangiare, senza lische, senza ostacoli. La scelta è caduta sulle seppie, in un accostamento classico con i piselli, leguminose tardo-primaverili, che con i loro fiori delicati e i piccoli frutti verdissimi sembrano un inno al rigoglio della natura.
Pensando alla disposizione su un piatto bianco ho pensato di creare un contrasto cromatico con il nero di seppia, che staccasse sul fondo e facesse risaltare gli altri ingredienti. Alla texture consistente delle seppie, e a quella vagamente croccante dei piselli (che ho volutamente evitato di stracuocere per mantenerli più turgidi e verdi), ho associato così un elemento cremoso e morbido come il purè di patate – che a giugno iniziano a comparire sui banchi dei mercati – ma tingendolo di un colore insolito che incuriosisse il destinatario del piatto.

Il sapore complessivo mi è sembrato armonioso, delicato, fresco ma saporito; il purè mi ha veramente conquistata perché, lungi dal sopraffare il sapore delle seppie, contribuisce ad esaltarlo in maniera sfumata, come un sottotono musicale.

Per quanto riguarda la disposizione sul piatto…be’, devo ammettere che ci ho pensato parecchio! Ho fatto moltissimi schizzi e bozze (orrendi, date le mie capacità artistiche), ma senza avere sott’occhio il colore reale degli ingredienti e la loro consistenza era difficile immaginare l’effetto finale e, di conseguenza, scegliere.
Alla fine mi sono decisa per una disposizione che sembrava accordarsi bene con la pacata leggerezza di questo piatto. Volevo gli ingredienti ben distinti e riconoscibili, in modo da valorizzare ognuno di essi nel tono cromatico e nella forma. Una disposizione semplice e pulita, un piatto sgombro, che desse una sensazione di ordine. Al tempo stesso, però volevo evitare un’eccessiva simmetria – alla quale, mio malgrado, sono solita tendere. Per questo, per esempio, ho inserito il ricciolo di seppia nell’angolo del piatto: un particolare piccolo ma sufficiente, a mio parere, a spezzare la regolarità dell’insieme.

Un altro caposaldo che mi ha guidato era la volontà di realizzare un piatto facile da mangiare, eater-friendly, dove con una forchettata si potessero abbracciare tutti gli elementi per assaporarli assieme, come mi sembra logico in un piatto che non voglia essere solo la somma slegata di un certo numero di preparazioni. In questo caso, mi sembra che il risultato sia stato raggiunto: sono io stessa la testimone, che mi sono gustata con facilità questo piatto, senza neanche bisogno del coltello.

Trattandosi di pesce, nella mia composizione volevo richiamare in qualche modo il moto marino, ma di un mare profondo, quieto e pacifico. Così, ho deciso di disporre il purè sotto forma di pennellate lisce, come onde di un mare calmo e regolare, nel quale tante piccole seppioline scivolano, cullate in un placido moto perpetuo. I pisellini, invece, mi ricordano un prato. Cosa c’entra la profondità del mare con verdi prati? C’entra. Perché uno dei miei luoghi del cuore è un affaccio sulle Highlands scozzesi dove, in un primo mattino sereno e senza vento, ho visto un prato a ridosso del mare, immediatamente contiguo alla spiaggia. Un prato dove mille margheritine e vividi fili d’erba si protendevano fin quasi nelle acque salate, in una commistione tra le più insolite che abbia mai visto.

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L’idea iniziale era di inserire altri elementi di contorno, per riempire e ravvivare il piatto, ma il progetto iniziale si è poi adattato alle impressioni avvertite mentre il risultato concreto si formava sotto ai miei occhi. Avevo pensato a gocce di composta di pomodoro, ma mi sono resa conto che il rosso avrebbe creato troppo contrasto, un effetto arlecchino che non mi piaceva. Poi ho pensato a dei pinoli, il cui color avorio avrebbe richiamato il bianco delle seppie. Infine a delle foglioline di timo, il cui sapore si sarebbe accordato bene al resto. Ho fatto anche delle prove, reversibili, ma alla fine non ero convinta, e in nessun modo volevo inserire elementi che fossero solo estetici, non funzionali al gusto del piatto.

A guardarlo adesso, penso che forse avrei potuto aggiungere qualcosa che completasse il tutto, ma più elementi si introducono, più è difficile armonizzarli e mantenere l’equilibrio dell’insieme, per cui non ho voluto strafare. Del resto, in qualsiasi ambito la mia tendenza innata è di ridurre, sottrarre, semplificare. A volte la combatto, provo a forzarmi, ma vince sempre lei. Per me, less is more. E se questa doveva essere la mia proposta di impiattamento, posso dire che in così, almeno, mi rispecchia appieno.

MARE CALMO – Insalatina di seppie e piselli con purè al nero di seppia

Dose: 2 persone       Tempo di preparazione: 4o minuti      Tempo di cottura: 40′ + 20′ + 10′

  • 4 seppie di piccole dimensioni (circa 450 gr)
  • 2 spicchi d’aglio
  • 200 gr di piselli freschi sgranati
  • olio extravergine d’oliva
  • sale

Per il purè:

  • 2 patate di medie dimensioni (circa 300 gr)
  • 1 confezione di nero di seppia (se non avete quello delle seppie)
  • 30 gr di burro
  • circa 50 ml di latte
  • sale

Pulite le seppie eliminando il rostro e la sacca interna, tenendo da parte il nero. Tagliate i tentacolini, poi aprite la sacca e rifilatela a formare un rettangolo. Praticate delle incisioni parallele al lato lungo con un coltello affilato tenuto a 45° e poi tagliateli a striscioline sul lato corto. Questo tipo di taglio vi consentirà di avere una sorta di ricciolini una volta cotti. Altrimenti potete semplicemente tagliarli a striscioline o ad anelli, in questo caso senza prima aprire le sacche.

In una casseruola, scaldate l’aglio privato del germe interno, poi rimuovetelo e versatevi le seppie tagliate a pezzetti. Fate cuocere a fiamma media per circa 10 minuti.
In un pentolino, cuocete i piselli con poca acqua, scoperti e a fiamma vivace, aggiungendo acqua quando serve e salando a metà cottura. In base alle dimensioni dei piselli serviranno circa 20-25 minuti. Io ho preferito cuocerli un po’ meno del solito per evitare che si avvizzissero e mantenessero così la loro freschezza

Sbucciate le patate e lessatele in abbondante acqua salata finché non sono tenere. Schiacciatele ancora calde e mescolatele con il burro, il latte e il nero di seppia. Aggiustate di sale. Se volete ottenere una consistenza perfettamente cremosa, passatele con il frullatore ad immersione.

Per la realizzazione del piatto ho disposto tre piccole cucchiaiate di purè sul piatto e le ho distribuite con un pennello da cucina, rifilando i bordi. All’inizio della pennellata ho disposto due archetti di seppie e, a metà, mezzo tentacolino. Ho distribuito i piselli e…il piatto era pronto.

Ovviamente, al di là del contest, il piatto può essere presentato in maniera tradizionale, unendo i piselli alle seppie a fine cottura e accompagnandole con il purè.

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Con questa ricetta partecipo al contest “Bello e buono” di Taste&More

taste and more