Paccheri ripieni al pomodoro

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Pomodoro e pasta. Pasta e pomodoro. Questo il tema del contest che per il quarto anno ha lanciato la Mediterranea Belfiore, azienda di Cecina che lavora i pomodori (ma anche altri ortaggi) di aziende agricole selezionate, quasi tutte con certificazione biologica, per produrne ottime passate, salse e conserve.
Già lo scorso anno, partecipando al contest con i calamari ripieni di pappa al pomodoro, avevo avuto modo di conoscere i prodotti di questa azienda a carattere familiare, e di verificare che la qualità di cui si parla nel loro sito corrisponde ad una qualità del prodotto reale. Per questo volevo assolutamente partecipare anche quest’anno. Ma, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, il tema non è affatto semplice.

Pasta e pomodoro è un binomio perfetto, difficile da rivisitare, soprattutto se si considera che gli ingredienti ammessi erano pochissimi, proprio per evitare di snaturare la sostanza di questo piatto. Il pomodoro deve essere protagonista, con la pasta in veste di fedele ancella che lo valorizzi.

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Dopo molti voli pindarici, mi sono attesta su una ricetta molto basic e dai sapori tradizionali.
Pasta di semola di grano duro, nella migliore tradizione partenopea, e passata freschissima, con abbondante cipolla dorata e un sentore appena di peperoncino.
Nella pasta al pomodoro, per me, il pomodoro ci deve essere, e tanto. Ho voluto riempire il pacchero – ampio e accogliente – perché mi piace vedere il pomodoro che fuoriesce, tentatore. Mi sembra di sentirne già il sapore dolciastro che si allarga il bocca, contrastato appena dalla sapidità delle acciughe. La pasta resa scivolosa dall’olio alle erbe, i capperi e i pomodorini a dare un picco di sapore in più, ma non prevaricante.
Insomma, se le foto sono così così sapete che è perché mi era venuta una gran fame e non avrei resistito oltre. Quel pacchero lo volevo addentare!

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PACCHERI RIPIENI AL POMODORO

Porzioni: 2       Tempo di preparazione: 30′       Tempo di cottura: 1 h circa

Ingredienti

  • 160 g di paccheri lisci
  • 1 cipolla piccola
  • 400 ml di Freschissima Mediterranea Belfiore
  • 2 pomodori ciliegini essiccati Mediterranea Belfiore
  • 2 cucchiai di capperi sotto sale
  • 4 acciughe sotto sale
  • olio extravergine di oliva
  • 1/2 cucchiaino di fecola di patate
  • peperoncino
  • 4 rametti di timo
  • 2 rametti di maggiorana
  • 2 rametti di origano
  • sale

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Procedimento

Lavate e asciugate le erbe aromatiche (meglio se fresche; per l’origano ho dovuto ovviare con quello essiccato). Le dosi che ho scritto sono indicative, scegliete le proporzioni che preferite. Mettetele in una ciotolina e versatevi 2 cucchiai di olio evo.

Sciacquate i capperi sotto l’acqua corrente per rimuovere il sale. Scolate i pomodorini dal loro olio e tagliuzzateli. Disponete capperi e pomodorini su un foglio di carta forno e fate asciugare nel forno a 140°C per 45 minuti circa o fino a quando non saranno disidratati. Frullateli separatamente con il mixer, ottenendo una polvere.

Tagliate la cipolla a dadini e fatela stufare in 2 cucchiai di olio evo per 10 minuti, poi unite la salsa di pomodoro, salate e fate cuocere per circa 25 minuti, fino a che non si sarà sufficientemente addensata. Verso metà cottura ho stemperato mezzo cucchiaino di fecola di patate in poca salsa, per evitare i grumi, e l’ho unita al resto.

Lessate i paccheri in acqua non salata. Nel frattempo, sciogliete a fuoco bassissimo le acciughe diliscate con poco olio evo e poca acqua di cottura della pasta. Scolate i paccheri al dente e ripassateli velocemente nella pentola con la salsa di acciughe. Usate un sac-à-poche per riempirli di salsa di pomodoro e disponeteli nei piatti, completando con gocce di olio aromatizzato alle erbe, polvere di capperi e di pomodori secchi.

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Note:

  • le dosi per i pomodori e i capperi essiccati e per l’olio alle erbe aromatiche sono probabilmente maggiori di quanto vi servirà per la pasta, ma sono certa che vi torneranno utili in altre preparazioni, sono ottimi insaporitori.

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Con questa ricetta partecipo al contest Pomodoro e pasta 2.0, ospitato dalla grande Cristina di Poveri ma belli e buoni

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Crema di rape rosse e acciughe

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Ecco un altro aspetto che mi piace dell’avere un foodblog: si scoprono sempre cose nuove.
Per anni, a casa mia, sono stati cucinati gli stessi piatti, con gli stessi ingredienti. Buoni, ma sempre i soliti. E adesso scopro ogni giorno qualcosa di nuovo, che mi fa venir voglia di leggere, capire, scoprire. E di provarlo, ovviamente.
E non parlo soltanto di ingredienti rari o che provengono dalla cucina di altre culture.
Parlo, per esempio, delle barbabietole rosse, note anche come rape rosse.

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Non so voi, ma fino a qualche mese fa ne ignoravo totalmente l’esistenza. Sì, le avevo viste al mercato ma non mi era mai passato per la testa di assaggiarle. In questo periodo, invece, mi è capitato di leggere diverse ricette sui vari blog e quel colore purpureo, intensissimo e avvolgente, così raro in natura da sembrare quasi artificiale mi ha conquistato. Con un colore del genere, dovevano essere buone per forza.
Così mi sono lanciata nella sperimentazione, ma il primo consumo – semplicemente lessate – non ha soddisfatto molto il mio palato. Allora ho pensato di smorzarne il sapore dolciastro e molto caratterizzato facendone una crema con altre verdure, resa più saporita dalle acciughe…e a questo giro ho fatto centro! La crema, densa come piace a me, quasi un hummus, mi è piaciuta molto.
Unico piccolo inconveniente di cui tenere conto: il tempo di cottura delle rape (non a caso spesso sono commercializzate già lessate), che è piuttosto lungo. Ma, in fondo, basta metterle a cuocere con un po’ di anticipo e fanno tutto da sole, quindi direi che non è un grande problema!

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CREMA DI RAPE ROSSE E ACCIUGHE

Dose per 2 persone:

  • 6 barbabietole rosse
  • 6-7 cimette di cavolfiore
  • 1/2 patata (circa 100 gr)
  • 6 filetti di acciughe sott’olio

Sbucciate le barbabietole, tagliatele a metà e lessatele in acqua non salata finché non si infilzano bene con la forchetta. Richiederanno almeno 35 minuti.
Lessate anche il cavolfiore e la patata.
Tagliate il tutto a pezzetti e mettete in una pentola con un po’ d’acqua. Se volete potete far scaldare prima un po’ d’olio e aglio per aromatizzare e poi aggiungere le verdure. Io ho invece aggiunto un filo d’olio a crudo alla fine.
Fate cuocere ancora un po’ le verdure, unendo i filetti di acciughe spezzettati.
Poi passate il tutto al minipimer, guarnite con semi di sesamo e servite calda, con crostini o grissini come accompagnamento.

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Testaroli integrali con cavolfiore e acciughe

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Domenica (quella passata) uggiosa, solitaria e malinconica. Con pochi impegni e poca voglia di fare. E allora? Allora decido di prepararmi un pranzetto diverso dal solito, consolatorio, una ricetta tutta per me, che sarò io a sperimentare e a gustare.
E – cosa inusuale – la decisione è presa quasi immediatamente: saranno testaroli. Senza sapere nemmeno bene come si fanno, ma la collezione di libri di cucina serve a questo, no?

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I testaroli, originari della Lunigiana, sono fatti di una semplice pastella di acqua e farina e poi cotti nel forno a legna – come a formare delle crepes piuttosto alte – in recipienti di terracotta chiamati testi (la cui origine risale addirittura all’epoca romana). Poi vengono tagliati a losanghe, scottati in acqua bollente e conditi con pesto, oppure con sugo di funghi o ancora più semplicemente con olio e parmigiano.
Io li ho fatti con due parti di farina di farro (quella usata originariamente) e una di farina integrale, che li ha resi ancora più saporiti e porosi. Invece dei condimenti tradizionali ho usato del cavolfiore e delle acciughe.
Un piatto semplice, rustico e caldo, che sa di tradizione e di casa. Proprio quello che mi ci voleva in una domenica così.

TESTAROLI INTEGRALI CON CAVOLFIORE E ACCIUGHE

Dose per 2 persone:

  • 100 gr di farina di farro
  • 60 gr di farina integrale
  • mezzo cavolfiore piccolino
  • 4 o 5 filetti di acciughe sott’olio
  • aglio
  • olio evo e sale

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Mescolate le due farine con il sale, aggiungete tanta acqua tiepida quanta ne serve per ottenere una pastella piuttosto densa ma liquida (io ne ho messa circa 300 ml); sbattete con una forchetta e lasciate riposare 10 minuti.
Intanto pulite il cavolfiore, tagliatelo a cimette e lessatelo in acqua non salata finché non diventa leggermente morbido.
Scaldate un padellino antiaderente, passatevi un velo d’olio con l’aiuto di un pezzetto di carta antiaderente e versatevi una dose di pastella sufficiente a formare una sorta di crepes alta 3-4 mm. Fate cuocere 5 minuti, poi capovolgetela e fate cuocere sull’altro lato. Proseguite così fino ad esaurimento della pastella, ungendo nuovamente il padellino se necessario.
Mentre i testaroli si raffreddano, scaldate uno spicchio d’aglio e due cucchiai d’olio in una padella, poi rimuovete l’aglio e fatevi saltare il cavolo per 3-4 minuti.
Togliete il cavolo e, nella stessa padella, fate sciogliere i filetti di acciughe, aggiungendo ancora olio o un cucchiaio di acqua se necessario.
Quando le acciughe saranno quasi completamente sfatte, unite il cavolo e mescolate brevemente.
Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua e quando sta per bollire aggiungete il sale.
Con un coltello affilato tagliate i testaroli a forma di rombi o losanghe e immergete nell’acqua quasi bollente: non deve essere in ebollizione. Fate rinvenire per 3-4 minuti, poi scolate i testaroli con una schiumarola e unite al condimento di cavolfiore.

Con questa ricetta partecipo al contest del blog Menta e cioccolato

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al contest del blog Deliziandovi

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e al contest del blog Beatitudine culinarie

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