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Per fortuna che San Valentino ce lo siamo lasciati alle spalle, così posso scrivere queste riflessioni senza doverle ammantare di rosso e di cuoricini.
Senza che risultino false.
Ma ora che le vado a cercare, le trovo incerte, sono riflessioni che si accavallano, tentennano, si fermano spiazzate al centro della via; si guardano intorno, circondate da foglie sospinte dal vento e lambite da rivoli di pioggia lungo i marciapiedi.
Non riflettono altro che se stesse e non sanno più dove andare.
Amare è. Ecco, cos’è?
Quando ho saputo che a corredo dei baci per l’MTC doveva esserci anche il bigliettino cui ci ha abituati Sua Maestà Perugina non avevo certo intenzione di intraprendere un’indagine epistemologica. Ci ho pensato un po’, poi ho scelto dei versi che ho imparato ad amare vent’anni fa.
Commoventi nella loro disarmante semplicità. Innegabili nella verità che esprimono. Di una antichità nuda e aspra, eppure dolce come il miele.
Versi adatti ad un giorno di sole, a una gioia placida che ti alberga dentro.
Ma non c’è sempre il sole, e oggi avrei forse scelto altri versi. Meno luminosi e cristallini, più sfumati. Non nell’intensità, ma nei significati. Perché se definire l’oggetto dell’amore può essere facile, impossibile è stabilire cosa sia l’amore. E non sarò certo io a dirvelo. Ognuno ne conosce forme diverse, vi giunge per strade dissimili, a volte opposte, e tutti ci ritroviamo sempre, prima o poi, di fronte a grandi interrogativi.
Si può procedere solo per approssimazioni, tentativi cauti e a volte timorosi. Posando i piedi sulle poche pietre che crediamo solide.
Le mie pietre sono la mia fiducia in te.
La certezza dei sentimenti.
La consapevolezza che mi rendi migliore.
L’importanza delle cose che mi hai insegnato, senza parlare, ma con l’esempio. Prima tra tutte che la sola cosa che si possiede è l’amore che si dà.
Tu sei fatto di quello, ecco perché sei così luminoso.
L’idea dei baci per la sfida MTC del mese di febbraio viene da Annarita, che con la sua proposta ha saputo conquistarci tutti e nel suo post vi spiega trucchi e segreti del cioccolatino degli innamorati.
Sono cioccolatini più semplici e veloci rispetto alle praline che ho fatto altre volte (ripiene al fondente e al cioccolato bianco) perché non richiedono stampi ed è sufficiente temperare il cioccolato una sola volta. Ma non per questo meno buoni, anzi!
La versione che ho scelto mi è piaciuta tantissimo (non dovrei essere io a dirlo, ma per una volta che sono riuscita ad accontentarmi, lasciatemi fare) e prevedo frequenti repliche. Magari la prossima volta proverò la versione originale dei Baci Perugina, per vedere quanto riesco ad avvicinarmi.
In ogni caso, grazia ad Annarita per aver condiviso con noi questa ricetta fantastica…perché i baci continuano a far sognare grandi e piccini!
BACI ALL’ARANCIA CON MANDORLE ANICE E RUM
Dose: 20-22 baci Tempo di preparazione: 2 ore e 30′
Per il ripieno:
- 200 gr cioccolato fondente al 50%
- 50 ml di latte
- 1 cucchiaio abbondante di rum
- scorza grattugiata di un’arancia
- 2 cucchiaini rasi di semi di anice, polverizzati
- 40 gr di mandorle spellate
Per la copertura:
- 300 gr di cioccolato fondente al 72%
In un mortaio, riducete in polvere i semi di anice.
Riducete in granella 20 gr di mandorle, con il mixer o, meglio, con la mezzaluna per evitare che si polverizzino eccessivamente.
Dividete il resto delle mandorle a metà per la larghezza.
Tagliate il cioccolato fondente al 50% in piccoli pezzi. Riscaldate il latte e quando inizia a spuntare il bollore aggiungete il rum e poi il cioccolato. Mescolate velocemente e energicamente per farlo sciogliere, aggiungendo nel frattempo la scorza d’arancia, l’anice e le mandorle tritate.
Fate raffreddare rapidamente, deve diventare consistente ma non troppo duro (io l’ho messo fuori dalla finestra, ma ovviamente dipende dalla stagione). Mettete il composto in una sac-à-poche e distribuitelo in tante piccole noci su un foglio di carta forno, tendendo ad andare verso l’alto e a dare la forma classica dei baci. Se però il composto è piuttosto duro potete anche foggiare i baci con le mani, uno ad uno.
Mettete a solidificare in frigo per 15-20 minuti circa, poi aggiustate la forma dei baci modellandoli rapidamente a mano e infilate sulla sommità di ognuno mezza mandorla. Mettete nuovamente in frigo mentre temperate il cioccolato.
Del temperaggio del cioccolato ho parlato ampiamente qui. In pratica tutto ciò che vi serve è un termometro da cucina, per verificare che il cioccolato raggiunga prima la temperatura di 45° C e poi si raffreddi fino a 30-31° C, in modo che i cristalli di burro di cacao si stabilizzino e gli conferiscano la croccantezza e il colore lucidissimo tipici del cioccolato perfettamente temperato.
Se, come me, non avete un piano di marmo sul quale spatolare il cioccolato per farlo raffreddare velocemente, basterà fondere a bagno maria circa 2/3 del totale che userete per la copertura, portarlo a 45° e poi aggiungerci il resto del cioccolato, a piccoli pezzi, in modo tale che mentre questo si scioglie farà scendere la temperatura, fino a raggiungere i 31°. Aggiungete questo cioccolato un po’ per volta, mescolando bene affiché non rimangano pezzi interi, e controllate costantemente la temperatura p er evitare di raffreddarlo troppo. Per qualsiasi dubbio, in ogni caso, vi consiglio di consultare il post di Annarita.
Quando il cioccolato sarà alla temperatura di 31° C iniziate a ricoprire i vostri baci senza porre indugio, visto che nel frattempo continuerà a solidificare. Tuffatene uno alla volta nel cioccolato fuso, recuperatelo con una forchetta di plastica cui avrete tolto i rebbi centrali, fatelo scolare brevemente e posatelo su un foglio di carta forno ad asciugare.
Vi avanzerà un bel po’ del cioccolato fondente che avete usato per la copertura. Potete tranquillamente farlo solidificare e metterlo da parte e riutilizzarlo per altri cioccolatini: basterà temperarlo nuovamente e sarà pronto all’uso. In alternativa, potete usarlo subito per fare dei mendiants, cioccolatini velocissimi e di sicuro effetto.
Con questa ricetta partecipo all’MTChallenge n. 45