Passato di zucca speziato con avena e semi di lino

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Questo clima non mi va giù. Lo trovo innaturale, e spossante. Vorrei un inverno degno di questo nome, un freddo rigido e pulito, l’aria cristallina che intirizzisce e risveglia, che purifica. E invece abbiamo giornate quasi primaverili fuori luogo, che colgono di sorpresa e spiazzano, ma in modo spiacevole.
Uno dei vantaggi di questa latitudine, del nostro clima, per me è proprio il succedersi ciclico delle stagioni, ne ho scritto spesso. Non vorrei mai vivere in Paesi con una minore varietà climatica, quel famoso “là dove è estate tutto l’anno” mi suona come una minaccia, più che come una promessa.
Ho bisogno di ogni fase naturale, di osservare i cambiamenti impercettibili e consueti della natura, le mille sfumature dell’inverno che arriva, matura e piano piano fa largo ad una stagione di rinascita. Spiare le gemme che spuntano, sentire all’improvviso un’aria più mite, intercettare i profumi noti che ricorrono.
Lo trovo affascinante e rassicurante al tempo stesso, un ritrovarsi sempre lì, a distanza di anni, per osservarsi ad una luce che è sempre la stessa mentre tu sei cambiato.

In questo modo, invece, non ho più riferimenti, mi sento spaesata. Come se mi fosse stato sottratto un prezioso bagaglio di sensazioni, ricordi e immagini che mi definiscono, che mi danno piacere e profondità; lasciata sola con le mani inerti, senza saper dire più che stagione è.

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Perfette per l’inverno – se ci fosse – sono le zuppe e le minestre.
Complice forse anche l’ultimo MTC, ultimamente sono diventate il mio pane quotidiano e mi diverto a farne sempre di nuove.
Questa mi è piaciuta particolarmente, anche perché sapere che le cose fanno bene non può che rendermele più gradite. É un passato di zucca denso e cremoso, con zenzero curcuma e paprika a dargli carattere e al tempo stesso ad apportare le loro proprietà benefiche.

La curcuma, in particolare, mi piace tantissimo. E’ una polvere dal colore ocra intenso, ottenuta dalla bollitura ed essiccazione della radice della pianta, che ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti e interviene nella prevenzione di alcuni tumori. Regolarizza la circolazione sanguigna e favorisce la digestione, oltre ad avere un sapore particolare ma non invadente.

Nel mio passato ho poi aggiunto dell’avena, per fornire sostanza e nutrimento. Cereale fino a poco tempo fa riservato all’alimentazione animale, ultimamente è stato riscoperto per le sue numerose virtù. Fornisce carboidrati a lenta digestione e quindi non provoca picchi insulinici. Tra i cereali è quello con la maggior quantità di proteine e di acidi grassi essenziali, mentre le fibre solubili, oltre a favorire il transito intestinale aiutano a placare l’appetito e lo rendono un alimento ideale nelle diete ipocaloriche. Pur non essendo totalmente senza glutine, ne contiene in quantità infinitesimali tanto da essere un alimento adatto ai celiaci.

Per completare, i semi di lino, che non aggiungono un sapore particolare ma conferiscono croccantezza e soprattutto contengono un’alta percentuale di acidi grassi, i famosi omega 3 fondamentali per il nostro benessere. Per essere ben assimilati, i semi di lino vanno conservati in un luogo buio e fresco, e triturati in un mortaio al momento di consumarli, senza sottoporli a cottura.

Per approfondimenti sulle proprietà di questi alimenti vi rimando al sito GreenMe, da dove ho tratto le informazioni.

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PASSATO DI ZUCCA SPEZIATO CON AVENA E SEMI DI LINO

Porzioni: 2       Tempo di preparazione: 15 minuti       Tempo di cottura: 40 minuti

Ingredienti

  • circa 500 g di zucca mantovana pulita
  • 1 porro medio
  • 80 g di avena Nuova Terra
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaio di aceto di vino bianco
  • 3 cucchiai di semi di lino Nuova Terra
  • 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
  • 1/2 cucchiaino di curcuma
  • 1/2 cucchiaino di paprika dolce
  • sale

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Procedimento

Tagliate la zucca a dadini. Affettate finemente il porro e fatelo riscaldare in una pentola capace con l’olio evo.

Nel frattempo, in un’altra pentola, portate a bollore dell’acqua salata e cuocetevi l’avena per il tempo indicato sulla confezione (per me, circa 35 minuti).

Quando il porro inizia a soffriggere versatevi l’aceto, fate evaporare qualche minuto, poi unite la zucca e mescolate. Coprite con acqua bollente, portate a bollore e fate cuocere fino a che la zucca non è morbidissima. Il tempo dipende dalla dimensione dei vostri dadini di zucca, io ho impiegato circa 30 minuti.
Quasi a fine cottura unite lo zenzero, la curcuma e la paprika, aggiustate di sale, poi frullate la zuppa con il frullatore ad immersione.
Unite l’avena, i semi di lino e servite calda.

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Florentins

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Fine anno, tempo di bilanci? O di bilance?
Nè l’una nè l’altro, in questi giorni voglio solo stare in pace. A tutto il resto penserò con il nuovo anno, domani, come diceva Rossella O’Hara, eroina della mia adolescenza.

In questi giorni mi va di essere spensierata – più che posso – stare con le amiche, con la famiglia, con me stessa.
Dopo anni, respiro di nuovo un po’ di quel clima vacanziero che caratterizza questo periodo quando siamo fanciulli e, anche se le mie ferie sono finite, mi piace godere del tempo libero come se fossi in vacanza, incontrando amici che non vedo da tempo e cucinando dolci delle feste.

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Questi deliziosi dolcetti sono fatti di mandorle croccanti, qualche candito e un velo di cioccolato fondente alla base.
Si chiamano Florentins, ma a Firenze (e oserei dire anche nel resto d’Italia) nessuno sa cosa siano. Sono invece diffusi due Paesi rinomati per la pasticceria e la qualità del cioccolato: Francia (in particolare in Bretagna, pare) e Belgio, dove ho avuto il piacere di assaggiarli questa estate.
La ragione di questo nome rimane ignota, se vogliamo ignorare la solita leggenda – applicata ormai a un’infinità di dessert – secondo la quale questo dolcetto fu creato da un pasticcere trasferitosi in Bretagna dopo anni di servizio presso la corte dei Medici.

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La prima volta che li ho fatti sono rimasta molto soddisfatta: croccanti e caramellati al punto giusto, senza essere troppo duri. La seconda volta, invece, li ho cotti troppo poco e sono rimasti un po’ molli, e questo non va bene! Almeno la parte esterna deve essere ben solidificata, quindi vi consiglio di fare qualche prova per stabilire i giusti tempi di cottura del vostro forno.

La ricetta è tratta dal numero di novembre 2014 de La Cucina Italiana.

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FLORENTINS

Dose: 10 pezzi grandi (7 cm diametro) o 20 piccoli (4 cm diametro)       Tempo di preparazione: 30 minuti + 1 ora e mezzo di riposo       Tempo di cottura: 15 + 8 minuti

Ingredienti

  • 100 g di panna fresca
  • 100 g di zucchero semolato
  • 120 g di mandorle a lamelle
  • 80 g di canditi misti (per me, arancia e cedro)
  • 30 g di miele
  • 1/2 bacca di vaniglia

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Procedimento

Scaldate la panna con lo zucchero, il miele e i semi di vaniglia a fuoco medio fino a raggiungere 118°C (io ho impiegato circa 15 minuti).
Versatevi le mandorle a lamelle e i canditi tagliati a pezzetti piccoli, mescolate e riempite il fondo di pirottini da muffin in silicone. Fate uno strato sottile solo pochi millimetri e livellate la superficie con il dorso di un cucchiaio.
Infornate a 180°C (ventilato) per 5-6 minuti se gli stampini sono piccoli e 8 minuti circa per gli stampini grandi. Le mandorle devono brunirsi ma senza bruciarsi.
Aspettate almeno un’ora prima di rimuovere dagli stampi.
Temperate il cioccolato (è un’operazione semplicissima, qui vi spiego tutto) e quando ha raggiunto la temperatura di 32°C circa intingetevi delicatamente il fondo dei florentin, fateli scolare un attimo e poggiateli capovolti su carta forno per farli asciugare.

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Torta di mele invisibile

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Dopo la torta magica che l’anno scorso ha imperversato sui blog di tutto il mondo (tranne che qui), ora è arrivata la torta invisibile!
Prima mi ha colpito la foto vista su Pinterest e poi il nome, ma a pensarci bene questa denominazione è di grande richiamo. Perché le parole, oltre al loro significato immediato, trasmettono immagini ben più profonde e nascoste, della cui portata spesso non ci rendiamo conto. E una torta magica, o invisibile, come in questo caso, ci porta subito all’infanzia, a mondi fantastici dove tutto è possibile, dove la logica è soppiantata dal sogno e dai desideri e le difficoltà si risolvono a colpi di fantasia.

Mi vengono in mente bacchette magiche luminose, incantesimi, nascondigli segreti, stelle comete, stelle del destino e polvere di stelle luccicanti. E ancora formule da ripetere tre volte ad occhi chiusi (magari battendo i tacchi tra di loro) e viaggi nel tempo e nella materia. Un repertorio infinito di sogni e invenzioni fanciullesche che mancano così tanto nella vita di adulti!

Mi piace l’idea che una semplice torta di mele mi abbia portato così lontano, sulle ali del passato, e chissà che non accada anche a voi. Chissà che leggendo di una torta di mele invisibile non pensiate ai vostri giochi di bimbi e alla magia che ancora oggi possiamo portare nel quotidiano. Chissà…

torta di mele invisibile-1bisPrima della ricetta, una breve spiegazione.
La torta (ricetta originale qui) è invisibile perché ha pochissimo impasto ed è composta quasi esclusivamente di frutta (nell’originale ci sono mele e pere), che le regala una consistenza tenera e umidissima, quasi fosse una mousse o un budino, ma con le fettine di mela ancora percepibili. Sono quasi solo mele, morbide e dolcissime!

Se siete amanti del genere, è una roba da urlo, vi avverto. Ed ho il sospetto che in realtà sia stata denominata così perché non fa in tempo ad uscire dal forno che…sparisce subito!

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TORTA DI MELE INVISIBILE

Porzioni: 6-8       Tempo di preparazione: 30 minuti       Tempo di cottura: 35 minuti

Ingredienti

  • 5 o 6 tra mele e pere di medie dimensioni
  • 70 g farina 00 (o di riso per la versione senza glutine)
  • 50 g zucchero
  • 20 g burro
  • 100 ml latte
  • 2 uova medie
  • 1 bustina di lievito vanigliato
  • la scorza di mezzo limone
  • un pizzico di sale
  • zucchero a velo per decorare

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Procedimento

Fate fondere il burro nel latte e lasciate intiepidire.
Setacciate la farina con il lievito e tenete da parte.
In una ciotola MOLTO capiente, sbattete con una forchetta le uova, lo zucchero, la scorza di limone e il sale, poi unite il latte e infine la farina e il lievito.
Sbucciate mele e pere e affettatele molto sottilmente (circa 1 mm) con l’aiuto di una mandolina. Per evitare che anneriscano bagnatele con succo di limone.
Immergete le fettine di frutta nella pastella e rigiratele con le mani, delicatamente, in modo da mescolarle bene. Mettete il tutto in uno stampo a cerniera del diametro di 20 cm o una pirofila precedentemente imburrata, cercando di livellarle più possibile e cuocete a 190° per 35 minuti circa.
Fate raffreddare e cospargete di zucchero a velo appena prima di servire.

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Note:

  • L’aspetto è molto rustico e irregolare: non dovete star tanto lì ad aggiustare le mele, rovesciate tutto nella teglia, appiattite leggermente e via in forno. Sarebbe stata carina anche presentata in una pirofila ma ci ho pensato tardi…
  • Nella ricetta originale sono previste 3 mele e 3 pere, mentre io ho messo 5 frutti in tutto (4 mele e 1 pera, per la precisione), usando quelli che avevo. Ovviamente se ne mettete di più sarà ancora più umida e fondente, ma anche così la frutta prevale molto sulla pastella e per me era ottima. A voi la scelta!

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