Alla ricerca del tempo perduto – La parte di Guermantes

bandiera

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Per chi si chieda cosa cavolo mai ci sarà di tanto avvincente in un libro di circa 4.000 pagine (ma il totale varia molto da un’edizione all’altra), perché uno si prenda la briga di leggerlo, e pure rileggerlo, e ci resti completamente sotto, vi rimando ad un divertente e acuto articolo di Antonio Piperno, che ho scovato solo qualche giorno fa. Sono certa che le sue parole sapranno spiegare meglio delle mie il perché di tanto fascino.

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Camille Pisarro, Rue Saint Honoré dans l’àprès-midi. Effet de pluie, 1897.

Nel frattempo, io vi racconto qualcosa del terzo volume della Recherche. Nel nucleo centrale de “La parte di Guermantes” il Narratore, ormai giovane uomo, viene introdotto quasi casualmente nel salotto della duchessa di Guermantes, che gli schiude le porte della suprema aristocrazia francese. Finalmente viene a contatto con i personaggi mitologici della sua infanzia, quando, nella cittadina di Combray, sentiva nominare i signori di Guermantes, antichi feudatari di quelle terre, e davanti ai suoi occhi si schiudevano orizzonti meravigliosi impastati di fascinose dee e valenti eroi legati alla più antica storia di Francia.

premazzi - studio della zarina

Luigi Premazzi, Studio della zarina Maria Alexandrovna, moglie di Alessandro II, 1869

Ma la realtà si palesa ben presto in tutta la sua brutalità e il Narratore capisce che quei Guermantes il cui nome aveva significato così tanto per lui non sono diversi dalle altre persone, né tantomeno migliori della media di esse. Il loro salotto, la conversazione, le debolezze, le vanità vengono messe spietatamente in evidenza, e dello splendore delle divinità non rimane che un ridicolo mucchietto di cenere. La fata si è trasformata in donna, il fascino dei nomi ha cessato di esistere e la prosaicità annulla la fascinazione evocativa della poesia.

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Giovanni Boldini, Ritratto di Madame Juillard in rosso, 1912

Si tratta forse del volume più scorrevole perché racchiude numerose situazioni mondane, conversazioni, motti di spirito. Gli eventi sono sempre pochi, ma nel corso del pranzo dalla duchessa, che occupa 150 pagine, Proust dipinge un affresco vivace della suprema nobiltà francese durante la Belle Époque e, al tempo stesso, complessi ritratti psicologici individuali, accompagnati da una sottile vena umoristica che rende il tutto ancora più godibile.
La boria e la convenzionalità della duchessa sono soltanto leggermente mascherate da una simulata e impertinente originalità di facciata. Il duca si rende continuamente ridicolo agli occhi del Narratore a causa della sua ignoranza e bestialità, comportandosi sempre con estrema insensibilità e cinismo. Ma agli occhi dei loro pari e del resto del mondo, essi brillano per ricchezza, spirito, nobiltà e prestigio, e lo scollamento tra percezione e realtà si fa sempre maggiore.
La prima parte del volume, a confronto, scorre più lenta ed opaca. Il Narratore, ancor giovane, culla il sogno di essere ammesso nell’intmità dei Guermantes e nutre un amore adolescenziale per la duchessa. Proprio nella speranza di avvicinarsi a lei va a trovare l’amico Saint-Loup (nipote della duchessa) pesso la guarnigione militare di Doncières e là trascorre diversi mesi, occupato nelle conversazioni con i commilitoni di Saint-Loup e nell’approfondimento di strategie militari. Ma in seguito ad una conversazione telefonica, il narratore viene preso da un forte attacco di nostalgia per la nonna e decide di tornare a Parigi. Di lì a poco la nonna si ammala e le sue condizioni peggiorano rapidamente fino alla morte, momento fondamentale nella crescita del Narratore e nel suo ingresso nell’età adulta.

Recensione Vol. 1.
Recensione Vol. 2.

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO. ALL’OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE
Autore:
Marcel Proust
Editore:
Mondadori (collana: I Meridiani)
Anno:
1920-21
Traduzione:
Giovanni Raboni
Pagine: 1-717.

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Con questo post partecipo alla Sfida di lettura “Un classico al mese”, indetta dal blog Storie dentro storie.

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6 risposte a "Alla ricerca del tempo perduto – La parte di Guermantes"

  1. Un po’ anarchicamente anni fa lessi “La prigioniera” credo sia il quinto volume ma dovrei mettermi in viaggio in modo più sistematico. Qualche mese fa avevo visto una trasmissione “Palladium lectures” in cui Baricco leggeva e spiegava Proust. Se non l’hai visto cercalo in rete, era davvero appassionante. 🙂

    • Non ne ho mai sentito parlare…mi interessa davvero, adesso mi metto alla ricerca sul web!
      La prigioniera è stato forse il più difficile per me, il meno scorrevole… Sicuramente vale la pena leggerlo tutto per intero e consecutivamente, i rimandi interni sono moltissimi. Ma ci vuole un po’ di preparazione psicologica! 😉

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